Buongiorno a tutti.... è da un pò che non ci sentiamo...
Oggi vi racconto un giro in bici che ho da tempo cercato e voluto fare... Ho iniziato a correre in bici guardando le imprese del Panta... e quale salita migliore di Montecampione per onorare la sua memoria. Salita che gli permise di vincere il suo primo e anche unico giro d’Italia.
Ho raggiunto il lago d’Iseo e da quì sono partito, prima seguendo la statale e poco prima di Vello svoltando a destra, seguendo la ciclabile che fiancheggia il lago. Quest’ultima è stata una sorpresa inaspettata, penso che le foto qui sotto riportate ne descrivino in modo chiaro la sua bellezza.
Concluso il lago si prosegue verso Pian Comuno, e subito dopo aver attraversato un ponticello si svolta a destra e per circa 1 km si fiancheggia la montagna fino a quando si inizia a salire.
20 km i primi 12 per raggiungere località Montecampione e gli ultimi 8 per raggiungere le Baite a quota 1800.
Salita impegnativa, soprattutto il primo tratto.
La cosa più significativa da segnalarvi è lo stato disastroso dell’ultimo tratto della salita. Superata località Montecampione dopo un paio di KM, il fondo stradale è un disastro, si deve prestare attenzione a non forare. Ci sono lavori in corso, quindi spero sarà ripristinato nei prossimi anni.....
Pantani
Laghi di Fusine - Sella Nevea
28/06/2020
Oggi vi racconto di un giro in bici che ho fatto nel mese di Giugno. La zona è relativa al Friuli, in particolare la parte alta della provincia di Udine.
Sono partito da Resiutta uno dei primi paesini che si incontra una volta che si entra nella valle che porta a Tarvisio.
Da qui sono salito sulla ciclabile Alpe Adria che risale tutta la vallata e che percorre la vecchia ferrovia. Bellissimi i paesaggi che si trovano lungo questo tratto che porta fino ai laghi di Fusine, quasi in Slovenia. Le vecchie gallerie, dove un tempo passavano i treni a vapore, sono bellissime e quasi sempre illuminate. In alcune di queste sono ancora visibili gli effetti dei fumi neri che uscivano dalle ciminiere dei treni.
Concluso la parte su ciclabile quindi dopo Tarvisio, raggiungo i laghi di Fusine. Il colore delle acque sono incredibili, di un verde smeraldo fantastico. Meritano!!!
Da qui si riparte verso Sella Nevea attraversando prima le vecchie miniere del Predil e dopo il logo omonimo. La parte impegnativa sono solo gli ultimi 3 KM
Sella Nevea è una località turistica per lo scii, d’estate non offre molto se non belle passeggiate e la vicinanza con il Montasio.
Da quì c’è una lunghissima discesa. I primi 5 km molto ripidi, gli altri 12 molto tranquilli, quindi ci si diverte un sacco.
Raggiungo Chiusa Forte da dove riprendo la ciclabile e dopo pochi km sono nuovamente alla macchina.
Segnalazioni particolari che posso farvi:
Portatevi dietro una pila frontale per attraversare le gallerie.. mi è capitato di trovarne alcune non illuminate, anche nella parte di discesa da Sella Nevea.
Altra cosa, io a Tarvisio ho trovato lavori in corso e ho fatto fatica a riprendere la ciclabile che porta ai laghi di Fusine, ci sono poche segnalazioni.
Ciclovia Alpe Adria
Altopiano di Asiago da Rotzo
29/10/2017
Siamo a fine Ottobre però le giornate sono ancora belle e le temperature gradevoli,
tanto da poter ancora fare un giro in bici sopra quota 1000 m.s.l.m.
Decido così di fare una salita inedita anche per il sottoscritto.
Raggiungo in macchina un paesino di nome Cogollo del Cengio a ridosso dell’altopiani di Asiago, pochi km dopo Marostica.
Da qui mi dirigo prima verso Arsiero e dopo una svolta a destra, imbocco la vallata che va verso Trento.
Svolta a destra in corrispondenza di un ponte e raggiungo Pedescala. Da qui inizia una bellissima salita di 15 km
con una pendenza molto dolce (tra il 5% e il 6%) che dopo una ventina di tornanti porta a Rotzo.
Come descrivere le sensazioni provate durante la salita... a parole è difficle.... un senso di pace e serenità ti entrano in corpo,
il silenzio è quasi assoluto (pochissime le macchine incrociate)... il panorama incredibile (da un lato la vallata che vedi sempre più
dall’alto man mano che sali con i tetti delle case che si fanno sempre meno nitidi, dall’altro i paesi sito sull’altro versante della montagna e quasi a strapiombo,
che vedi sempre più nitidi man mano che sali).
Finita la salita iniziano una decina di km che portano ad Asiago dove mi fermo per fare un pò di rifornimento e godermi la cittadina con la sua piazza e i monumenti.
Ora rimane la strada di ritorno. Rimango sopreso però per un inaspettato tratto in salita di 3-4 km prima di inizare la lunga discesa, questa lungo una strada molto
ampia e molto frequentata da chi sale sull’altopiano in macchina.
Ponte in prossimità di Roana
Passo dello Stelvio
18/08/2017
Penso che ogni ciclista, quando inizia a praticare questo sport, ha in mente una sua cima Coppi
(la vetta più alta di una corsa a tappe). Per me questa cima è sempre stato il Passo dello Stelvio
a quota 2750 m.s.l.m. (è uno dei valichi più alti d’Europa).
Questa estate ho finalmente realizzato quello che fino qualche tempo fa era un sogno.
Dopo 48 tornanti, 26 km di ascesa e quasi 2000 metri di dislivello
ho raggiunto il passo più alto d’Italia.
Sono partito da Silandro, un bellissimo paesino in val Venosta a quota 750 m.s.l.m. Supero un primo dislivello di 200 metri
per portarmi prima a Lasa e poi a Prato dello Stelvio (ho cercato di sfruttare il più possibile la pista ciclabile della val Venosta in questo tratto).
Da quì inizia la salita. La prima parte della salita (primi 8 km)
è la più pedalabile con pendenze intorno al 5%. Poi, superato il bivio per Solda
dopo un falsopiano, iniziano i 48 tornanti con pendenze medie intorno all’8-9%.
Si sale regolari, passando per Trafoi, fino al passo con gli ultimi km un pò più duri dei precedenti.
La pendenza media è del 7,7%, la pendenza massima dell’11% per un dislivello complessivo che supera i 1800 m.
Dopo una breve pausa per ricaricarsi (cappuccino, strudel e sacher) mi lancio in discesa per tornare verso casa. Non faccio la stessa strada
della salita, ma prendo il versante Svizzero passando per Val Mustair, Glorenza e infine raggiungo Silandro (dove mi aspetta una buona pastasciutta).
Cose particolari da segnalarvi: Se partite come me da Silandro e volete fare la pista ciclabile, attenzione ai tratti sterrati verso
Prato dello Stelvio, sono comunque ben battuti. Prestate sempre attenzione alle previsioni del tempo, fate questa scalata nel periodo estivo.
Altra cosa l’altitudine, devo dire che negli ultimi 200 metri di quota ho iniziato a sentirli, ma niente di particolare.
Ultimo tornante
Passo dello Stelvio
Piana di Marcesina
30/07/2016
L’uscita in bici di cui vi parlo oggi, ha portato me e altri due compagni di fatica
sulla Piana di Marcesine, sull’altopiano di Asiago.
Partiamo da Solagna e dopo 7-8 km raggiungiamo Valstagna. Da qui, lungo una strada perfetta per i ciclisti
(poche auto e pendenza costante sul 6-7%), raggiungiamo Foza.
Dopo una breve tappa alla fontana ripartiamo alla volta di Lazzaretti; Prestate attenzione alla svolta a sinistra da prendere.
Inizia ora un tratto di 2-3 km abbastanza impegnativi intorno al 8-9% .
Al termine di questo la strada tende a scendere e ci porta verso la piana di Marcesina. Questa compare tutto ad un tratto,
dopo una curva a sinitra. La vista è incredibile, tutta la fatica fatta è ora ripagata.
Raggiungiamo Albergo Marcesina dove ci aspetta un buon pranzo e una buona birra fresca.
Ripartiamo ben pasciuti e riposati attraversando buona parte della piana fino all’inizio della discesa
che ci porterà prima ad Enego e poi a Primolano. Da qui iniziano 25 km lungo la ciclabile del Brenta che ci riporteranno al punto di partenza.
Consigli particolari che vi posso dare sono relativi alle condizioni del manto stradale non proprio perfetto,
sopratutto verso la fine della discesa che porta a Primolano.
Altra segnalazione serve per chi ha sempre bisogno di una borraccia in più da riempire.
La fontana a Foza è in prossimità del cimitero, prima della chiesa sulla sinistra.