Visto che quest’anno la neve non arriva, perchè non fare una escursione sopra i 2000 metri?
L’idea iniziale era questa, in particolare raggiungere il Campanile della Val Montanaia partendo dal rifugio Pordenone.
Una volta giunto all’imbocco della val cimoliana però, ho trovato la strada chiusa,
e da quel punto al rifugio Pordenone ci sono quasi 10 km.
All’inizio non capivo il motivo di questa scelta (chiudere la strada) ma man mano che proseguivo ho iniziato a capire il perchè.
Nel mese di novembre in occasione delle perturbazioni che hanno sconvolto il nord-est, anche questa valle non è stata
risparmiata. All’inizio la strada era danneggiata o interrota da piccole frane, ma raggiunto la malga a 3-4 km dal rifugio la devastazione è
assoluta, tutta la strada spazzata via da una massa enorme di materiale sceso dai ghiaioni. In questo modo il rifugio diventa irraggiungibile in auto, solo a
piedi lo si può raggiungere.
Una volta raggiunto il rifugio, un pò per l’ora ma soprattutto per l’incertezza di cosa avrei potuto trovare risalendo il sentiero che porta al Campanile
(anche dalla gola che sale fino al campanile è sceso un sacco di materiale), ho preferito desistere, godermi il panorama e subito dopo iniziare il rientro.
La valle è sicuramente molto bella, merita di essere visitata... vedremo questa estate se tutti i danni causati dal maltempo saranno stati riparati.
Sicuramente la malga sarà raggiungibile in auto, oltre questo punto la vedo un pò male.
Agriturismo Pian Pagnon
Rifugio Pordenone
Rifugio Malga di Nemes
11/08/2017
Oggi parto con la famiglia dal passo Monte Croce sul Comelico, al confine tra la provincia di Belluno e quella di Bolzano.
Parcheggiamo sulla destra non appena superata l’indicazione del passo. Da qui prendiamo il sentiero 131 che percorre, per i primi chilometri, una strada sterrata ben battuta.
E’ questo il tratto più impegnativo dal punto di vista altimetrico.
Finito questa parte del sentiero ne inizia una più breve fatta di camminamenti in legno per attraversare tratti paludosi o torbiere. Questo è sicuramente il tratto più suggestivo del sentiero.
Ultimo strappo e raggiungiamo il Rifugio Malga Di Nemes.
Essendo questo il confine durante la I guerra mondiale molti sono i resti, dai Bunker che si trovano vicino al sentiero alle gallerie in alta quota visibili sul versante opposto a quello nostro.
Bunker della I guerra mondiale
Rifugio Malga di Nemes
Monte Meatte - Monte Grappa
04/01/2017
Prima escursione dell’anno e subito la cosa si fà interessante....
La compagnia è di tre elementi... di questi forse io sono il più scarso, ed effettivamente nell’ultima rampa, quando la pendenza supera il 40%, la fatica comincia a farsi sentire...
Partiamo dalla valle S.Liberale per raggiungere Cimagrappa. Sono le 14.00, quindi con molta probabilità raggiungeremo la cima quando ormai sarà buio.
Questa voltà però non saliamo per il sentiero 151 ma per il 153 (inedito anche per il sottoscritto).
La prima cima che raggiungiamo è il Monte Meatte a quota 1500, teatro di sanguinosi combattimenti durante la I guerra mondiale. L’ultimo tratto della salita è stupendo. Il sentiero
che percorre la mulattiera scavata dai militare 100 anni fà, sale lungo stretti tornanti e spesso si infila in brevi gallerie. Raggiunta la cima il sentiero svolta a sinistra per scendere di 100 metri in quota e raggiungere il Pian della Bala. Questo è probabilmente il tratto più spettacolare, il sentiero è stato ricavato scavando il fianco della montagna, numerose sono le gallerie, i passaggi esposti anche se mai pericolosi, c’è anche un ponte in legno sostenuto da corde.... mi ricorda il sentiero delle 52 gallerie sul Pasubio.
Ultimo sforzo e dal Pian della Bala raggiungiamo una forcella chiamata Croce dei Lebi. Da qui il rifugio lo vediamo ormai alla nostra altezza anche se ancora distante. Come immaginavamo giungiamo al rifugio che ormai fa buio. Mangiamo qualcosa di caldo e dopo un’oretta al caldo usciamo sotto un cielo stellato incredibile e saliamo al monumento dei Caduti. A farci compagnia c’è una simpatica cagnetta che già da qualche km ci accompagna lungo il sentiero e che alla fine ci scorterà fino alla macchina. Dopo una breve visita al monumento raggiungiamo la strada e da qui prendiamo il sentiero 151 che ci porterà al punto di partenza.
Alla fine sono circa 18 km di cammino con 1500 metri di dislivello.... non male.
Il sentiero non presenta particolari pericoli, è una mulattiera della grande guerra, quindi costruita per il trasporto di merce con una sede molto grande. In presenza di forti precipitazioni nevose questa sicurezza potrebbe scemare e rendere il sentiero molto pericoloso.
Sentiero 153
Monumento del Grappa
Tre Cime Lavaredo
13/11/2016
Finita la stagione dei giri in bici inizia quella delle camminate in montagna. Devo dire che quest’anno mi sono da subito cimentato in qualcosa di impegnativo, visto che la neve ha fatto la sua comporsa un pò in anticipo sulle zone di cui ora vi parlerò.
Partenza dal lago di Ontorno, direzione Malga Rinbianco. Da qui prendo il sentiero 105a che porta alle Tre cime di Lavaredo salendo dalla parte opposta rispetto il rifugio Auronzo. Dopo 1:30 di cammino si raggiunge un piccolo pianoro che si affaccia sulla valle Rinbon, vecchio confine tra italia e austria ai tempi della I guerra mondiale. Infatti troviamo subito i resti di vecchie trincee che volgono lo sguardo verso la vallata.
Ultima salita e raggiungiamo in poco tempo il bivio che da un lato porta al Rif. Locatelli dall’altro al Rif. Auronzo.
Visto che il tempo a disposizione è poco opto per la strada più breve per il rientro, così mi dirigo verso il Rif. Auronzo. Qui faccio un piccolo spuntino e subito dopo scendo da prima per la strada e subito dopo per il sentiero 101 verso la zona del pedaggio ed infine all’auto. Alla fine ne è uscita una camminata di circa 5 ore in mezzo alla neve. Il mio desiderio per la prossima volta però, è quello di svoltare dall’altra parte al bivio, per raggiungere il Rif. Locatelli e fare così finalmente tutto il giro intorno alle Tre cime di Lavaredo.
La parte di sentiero che viene dopo la trincea e che porta sul pianoro delle Tre cime di Lavaredo, se fatto d’estate non presenta pericoli. D’inverno invece è un’altra cosa; già con 15-20 cm di neve era un po insidioso non oso pensare quando c’è mezzo metro di neve.
Bivio dopo Malga Rinbianco
Valle verso Auronzo di Cadore
Santuario Madonna della Corona
15/08/2016
Durante le ferie di questa estate ho fatto una escursione con la mia famiglia in un luogo unico e suggestivo...
Partiti da Riva del Garda abbiamo attraversato Rovereto e raggiunto la piccola cittadina di Brentino lungo la vallata che va verso Verona.
Da qui inizia un sentiero che partendo da 130 mslm porta ai quasi 770 mslm.
Attraverso una scalinata di oltre 1500 scalini si raggiunge il Santuario Madonna della Corona.
Il Santuario è stato costruito su una parete di roccia verticale che scenda a picco verso il fondovalle.
Quando si parte da Brentino non lo si vede... si sale per molto tempo lungo il sentiero fatto da questi gradoni ma del Santuario niente.
(tra l’altro noi siamo partiti verso le 12.00, le messe erano già finite e non abbiamo nemmeno sentito suonare campane
che ci potessero dare indicazione di direzione e distanza del Santuario).
A un certo punto si raggiunge una zona dove i gradoni sono sostituiti da un susseguirsi di rampe fatte da scalini scavati letteramente nella roccia
affiancati da un muretto sulla parte esposta.
Stupendo è l’effetto di questa scalinata dall’alto dove si possono vedere i vari tornati che la compongono.
Superata questa parte del senitero si riprende a salire più dolcemente fino a quando, in mezzo alla vegetazione, si comnicia a intravedere un campanile...
e quì la sorpresa ti lascia senza parole;
man mano che avanzi le dimensioni del santuario, il posto dove è stato costruito, la parete di roccia che gli sta dietro, diventano sempre più nitidi e lo stupore sempre più grande.
Ultimo sforzo (ci sono ancora un paio di scalinate) e siamo sulla piazzetta difronte il Santuario. Alzi la testa e vedi la punta del campanile che sembra toccare la parete di roccia che lo sovrasta.
Anche quando entri dentro il Santuario non rimani indifferente. Due delle sue pareti sono fatte della roccia della montagna.
Potrei dilungarmi ancora nel raccontarvi di questo posto.. ma forse le foto che seguono parlano più di tante parole.... Andateci, merita.
Tra i suggerimenti che mi sento di dirvi, sicuramente il periodo migliore non è l’estate ma la primavera o l’autunno, solamente per un discorso di temperature.
Altra cosa, per chi non se la sente o non può fare questa escursione, può raggiungere il Santuario anche dall’alto. Si raggiunge la cittadina di Spiazzi e da qui ci sono dei bus navetta che portano al Santuario.