Oggi parto in solitaria da Primolano per raggiungere il Passo Manghen.
Si lo so, siamo quasi a Novembre, ma viste le temperature riusciamo ancora a fare giri in bici a quote superiori ai 2000 metri s.l.m. , incredibile.
I primi 20 km sono sulla ciclabile del Brenta, in leggera salita (si parte da quota 200 e a Borgo Valsugana sono intorno ai 350 metri).
Da qui iniziano i 22 km che portano al passo Manghen. I primi 15 km hanno alcuni tratti che toccano il 9% di pendenza, la maggior parte è intorno al 7% di media, sono gli ultimi 7 km che la strada si fa impegnativa, non va mai sotto il 9%-10% con tratti anche al 13%.
Gli ultimi chilometri della salita sono sicuramente i più suggestivi, a un certo punto ci si rende conto di trovarsi in una specie di anfiteatro naturale con una visuale ottima sulla strada che sale verso il passo (penso offrirebbe uno spettacolo incredibile nel caso di un passaggio del giro d’Italia).
Lungo tutto il percorso c’è una segnaletica ottima per i ciclisti, ogni 2-3 km circa c’è un cartello che mostra la strada già fatta e quella ancora da fare per il passo con la % di pendenza nel tratto successivo; mai vista una segnaletica così dettagliata.
Raggiungo il passo verso le 13.30, la temperatura di circa 12 C° sopra i 2000 metri mi sorprende visto il periodo; in cima c’è una malga, ma è chiusa, non mi resta che iniziare la lunga discesa.
Se fate questo giro nello stesso periodo dell’anno, vi segnalo che dopo le 15:00 il tratto sulla ciclabile da borgo Valsugana fino Primolano è in gran parte all’ombra. Nonostante non abbia piovuto la strada risulta bagnata e viscida.
Pista ciclabile del Brenta
Passo Manghen
Stelvio dal lato Svizzero
17/07/2022
Anche quest’anno si sale sul passo dello Stelvio. Una delle salite in bici più iconiche del nostro bel paese.
Questa volta però voglio salire dal versante Svizzero, versante utilizzato anche in occasione del giro d’Italia del 2017.
Parto alle 8.00 dal Prato dello Stelvio a quota 910 mslm. Pedalata di riscaldamento e si raggiunge Glorenza. Da qui svolta a sinistra e si inizia a percorrere la strada che mi porterà verso la Svizzera.
Poco dopo aver attraversato il confine Italia - Svizzera raggiungo la cittadina di Val Müstair, dove risiede un patrimonio Unesco, il convento Benedettino del VIII secolo di San Giovanni.
Ancora un paio di pedalate e raggiungo il paesino di Santa Maria Val Müstair 1380 mslm, in centro paese svolta a sinistra e qui inizio subito a capire cosa mi aspetta... bella rampa sopra il 10%... così inizia la salita che dovrà portami al passo Umbrail e dopo al passo Stelvio.
I primi 7 km difficilmente vanno sotto il 9% ma sono tutti all’ombra di un bellissimo bosco, fino al tornante dove trovi un bel ristorantino con vista sulla valle svizzera incantevole. Dopo non è che vada meglio, solo che sei sotto il sole e anche se la quota inizia ad essere sopra i 2000 mslm, se il sole splende, fa comunque caldo.
Altri 6 km e raggiungo il Passo Umbrail 2510 mslm, bivio per chi vuole scendere a Bormio oppure salire al passo dello Stelvio.
Altri 3 km al 9% e finalmente raggiungo ’The king’ 2750 mslm. Qui mi aspetta un ottimo panino con wustel crauti e senape più una birra fresca, serviti di fronte un panorama incredibile, il versante dello Stelvio che dà verso ’le scalette’ (così sono chiamati gli ultimi 23 tornanti del lato Italiano).
Foto di rito e giù per i 28 km che mi riporteranno a Prato dello Stelvio.
Giudizio sulla salita lato italiano e svizzero. Quello Italiano è più iconico per quello che ti si presenta difronte quando inizi ad affrontare le scalette finali. Quello Svizzero però è sicuramente più alberato e fresco, e soprattutto con meno traffico.
Altra cosa occhio alle fontane, l’ultima che si trova nel versante svizzero è dentro il paesetto di Santa Maria Val Müstair dopo hai ancora 17 km di salita. Sul versante italiano ci sono 2 fontane una di fronte il ristornate Rocca Bianca e una a metà delle scalette.
Monastero di San Giovanni
Passo dello Stelvio
Passo Gavia
25/07/2021
Oggi temo di essermi cimentato in una impresa più grande di mè.
IL GAVIA
Approfitto della giornata in cui chiudono il traffico motorizzato sul passo e la strada è solo di noi ciclisti, per affrontare una salita che ha fatto la storia del ciclismo, con imprese rimaste nell’immaginario collettivo come il giro del 1988.
Parto poco distante da Ponte di legno. I primi KM sono tranquilli, fino al raggiungimento del Ristoro Pietra Rossa. Da qui inizia il vero GAVIA.
4-5 km al 12% di pendenza con punte del 15%. Da subito capisco che se voglio arrivare alla fine devo gestirmi. Salgo regolare con una pedalata molto tranquilla, e la cosa funziona. Non vado mai fuori giri e le gambe girano... lo sto scalando questo mostro...
Quando il bosco finisce le pendenze diventano più digeribili... siamo sul 10%. La strada è stupenda, segue il crinale della montagna senza più tornanti fino all’imbocco della galleria.
In galleria il problema è il freddo che inizia a farsi sentire. Quando esco sono anche circondato da nuvole, ma ormai vedo la cima, mancano un paio di tornanti. E’ ancora dura però e a questo si aggiunge un fondo stradale compromesso. Svolto l’ultimo tornante e finalmente vedo il rifugio, la strada ora è bellissima appena asfaltata. Ormai è fatta. Provo una sensazione incredibile, un misto di soddisfazione, gioia, voglia di urlare a tutti... ce l’ho fatta, ho scalato il GAVIA.
Da segnalarvi ho due punti:
1 - La galleria, a pochi chilometri dalla vetta, non è illuminata nei giorni normali. Io ho trovato un faro acceso che dava anche fastidio, solo perchè era la giornata dedicata ai ciclisti e per una gara in corso. Serve una pila frontale.
2 - Dopo la galleria ci sono 3 - 4 tornanti con un manto stradale devastato, c’è il rischio di forare.
E anche questo è in bacheca....
MonteCampione
05/09/2020
Buongiorno a tutti.... è da un pò che non ci sentiamo...
Oggi vi racconto un giro in bici che ho da tempo cercato e voluto fare... Ho iniziato a correre in bici guardando le imprese del Panta... e quale salita migliore di Montecampione per onorare la sua memoria. Salita che gli permise di vincere il suo primo e anche unico giro d’Italia.
Ho raggiunto il lago d’Iseo e da quì sono partito, prima seguendo la statale e poco prima di Vello svoltando a destra, seguendo la ciclabile che fiancheggia il lago. Quest’ultima è stata una sorpresa inaspettata, penso che le foto qui sotto riportate ne descrivino in modo chiaro la sua bellezza.
Concluso il lago si prosegue verso Pian Comuno, e subito dopo aver attraversato un ponticello si svolta a destra e per circa 1 km si fiancheggia la montagna fino a quando si inizia a salire.
20 km i primi 12 per raggiungere località Montecampione e gli ultimi 8 per raggiungere le Baite a quota 1800.
Salita impegnativa, soprattutto il primo tratto.
La cosa più significativa da segnalarvi è lo stato disastroso dell’ultimo tratto della salita. Superata località Montecampione dopo un paio di KM, il fondo stradale è un disastro, si deve prestare attenzione a non forare. Ci sono lavori in corso, quindi spero sarà ripristinato nei prossimi anni.....
Pantani
Laghi di Fusine - Sella Nevea
28/06/2020
Oggi vi racconto di un giro in bici che ho fatto nel mese di Giugno. La zona è relativa al Friuli, in particolare la parte alta della provincia di Udine.
Sono partito da Resiutta uno dei primi paesini che si incontra una volta che si entra nella valle che porta a Tarvisio.
Da qui sono salito sulla ciclabile Alpe Adria che risale tutta la vallata e che percorre la vecchia ferrovia. Bellissimi i paesaggi che si trovano lungo questo tratto che porta fino ai laghi di Fusine, quasi in Slovenia. Le vecchie gallerie, dove un tempo passavano i treni a vapore, sono bellissime e quasi sempre illuminate. In alcune di queste sono ancora visibili gli effetti dei fumi neri che uscivano dalle ciminiere dei treni.
Concluso la parte su ciclabile quindi dopo Tarvisio, raggiungo i laghi di Fusine. Il colore delle acque sono incredibili, di un verde smeraldo fantastico. Meritano!!!
Da qui si riparte verso Sella Nevea attraversando prima le vecchie miniere del Predil e dopo il logo omonimo. La parte impegnativa sono solo gli ultimi 3 KM
Sella Nevea è una località turistica per lo scii, d’estate non offre molto se non belle passeggiate e la vicinanza con il Montasio.
Da quì c’è una lunghissima discesa. I primi 5 km molto ripidi, gli altri 12 molto tranquilli, quindi ci si diverte un sacco.
Raggiungo Chiusa Forte da dove riprendo la ciclabile e dopo pochi km sono nuovamente alla macchina.
Segnalazioni particolari che posso farvi:
Portatevi dietro una pila frontale per attraversare le gallerie.. mi è capitato di trovarne alcune non illuminate, anche nella parte di discesa da Sella Nevea.
Altra cosa, io a Tarvisio ho trovato lavori in corso e ho fatto fatica a riprendere la ciclabile che porta ai laghi di Fusine, ci sono poche segnalazioni.